Torino,
22 febbraio 2012
La dolorosa
vicenda di cui è stata protagonista la paziente del Pronto
soccorso del Policlinico di Roma, come altre divenute oggetto di
cronaca in questi giorni in diverse strutture sanitarie italiane, non
può che provocare costernazione e rabbia soprattutto fra noi
operatori dell'emergenza, costretti a svolgere il nostro lavoro in
condizioni che mettono quotidianamente così a rischio la
salute dei pazienti.
Questi casi,
per la loro gravità, impongono una riflessione seria
sull'organizzazione dei percorsi terapeutici, per fare in modo che
episodi del genere non si ripetano più.
Non si
tratta di una situazione nuova: nel 2008 i colleghi di Roma misero in
atto una protesta per le strade della città (Barella day) per
porre all’attenzione dell’opinione pubblica, e degli
amministratori, la gravissima e pericolosa situazione del settore
dell’emergenza a Roma. Da allora nulla è stato fatto se si
esclude la definizione di piani di rientro regionali che inaspriscono
anziché risolvere i problemi esistenti.
L’insufficiente
presidio del territorio e l'impossibilità di ricoverare nei
reparti i pazienti che giungono in urgenza ai Pronto Soccorso sono le
vere cause della situazione creatasi. Per la soluzione della prima
sono necessari tempi lunghi al fine di modificare i comportamenti dei
cittadini, che vedono ora nelle strutture di Pronto Soccorso la
soluzione di tutti i loro problemi, anche non urgenti; mentre per la
seconda è sufficiente che i Direttori Generali garantiscano la
possibilità di ricovero urgente nei reparti.
È
altrettanto doloroso, infatti, constatare che la prima e spesso unica
risposta a questi gravi problemi organizzativi sanitari sia
l'individuazione di uno o più capri espiatori tra i
professionisti, e così va interpretata, in questo caso, la
sospensione del Direttore di Pronto Soccorso dell’Umberto I, Prof.
Bertazzoni, e del Direttore del Dipartimento del DEA, Prof. Mondini a
cui la Simeu esprime unanime solidarietà.
La SIMEU,
che raccoglie 3.000 iscritti fra i medici e gli infermieri di pronto
soccorso sul territorio nazionale, esprime solidarietà a tutti
i cittadini che patiscono per le gravi situazioni che si trovano a
vivere nelle strutture di emergenza, a causa di inefficienze e attese
prolungate oltre il lecito; inoltre esprime solidarietà a
tutti gli operatori che si ritrovano spesso a lavorare in condizioni
disumane a causa di un iperafflusso di utenti, in strutture
sottodimensionate, se non fatiscenti, in cronica carenza d’organico.
Tutto ciò si traduce in un grave rischio per la salute
pubblica.
La SIMEU, è
disponibile, inoltre, come Società Scientifica del settore, a
ricercare le cause e le soluzioni insieme agli interlocutori
pubblici.
Giorgio
Carbone
Presidente
nazionale SIMEU – Società Italiana Medicina di
Emergenza-Urgenza